lunedì 2 aprile 2012

Un pezzo di carta può davvero cambiarti la vita?

Dopo tanti sacrifici, notti insonni, pasti consumati a metà e profonde crisi di nervi alternate a fasi di stress, sono finalmente riuscito a raggiungere il traguardo: mi sono laureato. Sembrava un'impresa e adesso invece è come se nulla fosse cambiato. Può fare davvero la differenza un pezzo di carta tanto sudato? Eppure non ho ancora un lavoro e dallo status di studente sono passato ora a quello di disoccupato senza che me ne sia veramente reso conto. Esatto, perché nonostante il faticoso percorso non riesco ancora a definirmi un laureato. E' come se il mio percorso fosse incompleto. Un tragitto fatto a metà, tra vetri rotti che adesso si sono tramutati in spuntoni di rocce appuntite, e un sole all'orizzonte che splende, ma ancora troppo lontano. Mi chiedo, è davvero finita? Non è forse adesso che comincia la parte peggiore? Quel baratro spaventoso che mi fa capire di non aver concluso nulla se non sfrutto ciò che ho acquisito? E cosa ho veramente imparato da tutto ciò, se non che per poter ottenere il minimo devi dare il massimo? Che mesi di m***a ho affrontato, chiuso in casa quasi fossi una suora in clausura... Ma ne è valsa la pena. Adesso ho un titolo, un pezzo di carta. Può sempre servire no? Non si sa mai che finisca la carta igienica in casa, si ha la soluzione a portata di mano... E beh, in questo paese non se ne può far altro uso d'altronde. Bisogna andar fuori per uno come me per concludere qualcosa, per ottenere il giusto, quello che spetta, un minimo di diritti.
Uno potrebbe anche pensare "Ora che ho raggiunto questo traguardo, posso finalmente fare il lavoro che ho sempre desiderato"... non oso illudermi tanto, ma si sa, la speranza è sempre l'ultima a morire.