IL RISTORANTE
ETNICO - di Fab Draka
Giovanni Dallammare
era sempre stato convinto - erroneamente - che il suo fosse il migliore
ristorante del quartiere. Questo perché parenti e amici di famiglia non avevano
mai avuto il coraggio di confessargli quanto in realtà fossero scialbi e banali
i piatti proposti, pur continuando a servirsi da lui.
Adesso, dopo anni
di attività, si ritrovava così a dover far fronte a debiti insostenibili.
Costretto a risparmiare sulle spese di gestione, sul personale e sui prodotti
utilizzati per cucinare, il suo locale finì col perdere sempre più clientela. E
dacché nessuno si occupava più di pulire le cucine, tante micro creature - e
non - si erano insinuate negli spazi più angusti per venire allo scoperto belle
pasciute, ma difficili da ammazzare.
Le cucine
proliferavano così di bestiacce che non solo facevano avariare gli ingredienti,
ma ne facevano buon uso per cibarsene ogni qual volta il cuoco non si trovava
nei paraggi.
Giovanni non sapeva
più che fare. Sarebbe bastata un'ispezione dell'Ufficio Igiene per fargli
chiudere i battenti.
Un giorno facendo
zapping da un canale all'altro si ritrovò a guardare un programma televisivo
riguardante tutti i cibi più strani di cui la gente si alimenta nel mondo.
Quando vide friggere ragni grossi come un palmo e roditori che sua moglie
avrebbe preso a colpi di scopa, ebbe come un'illuminazione.
«Concetta!
Concetta!» urlò dal salotto. Sua moglie, preoccupata, si fiondò nella stanza
pensando che al marito stesse a prendere un infarto.
«Ma che c'hai da
gridare comme 'nu pazzu?» lo riprese poi vedendolo di fronte alla tv tutto
contento.
«Ho trovato la
soluzione ai nostri problemi!» esultò.
La moglie lo fissò
come inebetita e dopo essersi lasciata spiegare il piano, la sua reazione fu tra
la sorpresa e il disgusto.
«Maro' ma dici 'o vero?»
chiese incredula.
«Scherzerei mai sul
nostro futuro? Abbiamo la soluzione a portata di mano!»
Pochi giorni dopo
il ristorante chiuse per rinnovo locali. Tutti erano incuriositi dallo scoprire
che novità avrebbe apportato il buon vecchio Giovanni per risollevare le proprie
finanze.
Il giorno della
riapertura tutto il quartiere si era infatti riunito per assistere alla nuova
fase della vita dei Dallammare. Quando il telo che ricopriva la facciata venne
tirato giù, la gente rimase sorpresa dal notare che piega drastica avesse preso
l'attività di Giovanni.
"Ristorante
Thai" diceva l'insegna nuova. I presenti entrarono incuriositi nel locale,
ora arredato con bambù, lampade in carta di riso, tendaggi e separé dai disegni
orientali. Concetta ricevette i clienti agghindata in un particolare abito
esotico, i capelli raccolti all'insù e fermati con uno spillone di legno.
«Trasiti, accomodatevi» li accolse
allegra con una serie di lievi inchini.
I clienti presero
posto e subito diedero un'occhiata al nuovo menù. Non vi erano foto, ma i nomi
delle pietanze facevano venire l'acquolina in bocca. Stuzzichini fritti,
bocconcini di carne cotta al vapore, verdurine in pastella e tanto altro.
Sembravano piatti parecchio raffinati per il vecchio ristorante dei Dallammare,
ma tutti accolsero la novità con piacere e ordinarono impazienti di gustare
quelle prelibatezze.
Su piatti quadrati,
disposti coreograficamente, Concetta servì loro spiedini dorati di ratto
grigliato, aracnidi croccanti cotti al forno, blatte pastellate e fritte che
scoppiettavano sotto i denti lasciando fuoriuscire il loro ripieno denso come
pus.
In molti inorriditi
scapparono dal locale senza nemmeno servirsi. Altri per non dare un dispiacere
ai proprietari, loro amici, decisero di restare e assaggiare loro malgrado quei
piatti "etnici", con l'intenzione poi di vomitarli a casa.
Il nuovo tentativo
dei Dallammare tuttavia non si rivelò un flop totale, poiché turisti e singolari
gourmet si fermarono al locale per
assaporare le nuove pietanze, che trovarono gustose e interessanti. Questo
almeno finché la polizia non venne informata dalla clientela insospettita.
Le rivisitazioni
culinarie dei Dallammare finirono così su tutti i giornali e per quanto astuta
potesse sembrare la trovata di Giovanni, alla fine non fece altro che mandarlo
in rovina e renderlo tristemente celebre.
Fab Draka
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