"Il mondo terreno non può funzionare senza di
noi, perché è su di noi che si poggia". Questa frase tratta dal libro
"Il Doppio - Il martello dell'Ade" di Anton Francesco Milicia,
rappresenta in pieno l'essenza del male che comanda incontrastato sulla terra.
E il male la insidia sottilmente in quest'opera con la sua "Terra di sotto".
Una storia country-horror che ci
offre - soprattutto nella prima metà - uno spaccato storico, culturale e
sociale di territori ricchi di tradizione e fascino quali quelli della Locride calabrese
e della Maremma pisana.
Casignana
è il luogo da cui parte questa avventura nei sottostrati sociali e culturali di
un'Italia poco conosciuta. Protagonista ne è Lorenzo, geometra iscrittosi
tardamente alla facoltà di Architettura, con una tesi su Giovanni Michelucci da
terminare e una laurea da conseguire. Intraprende un lungo viaggio per
arricchire di materiale la propria ricerca, che dalla Calabria lo spinge
lentamente su fino in Toscana, precisamente a Sasso Pisano, piccola località
turistica famosa per i suoi soffioni e lagoni boraciferi sfruttati per la
produzione di energia elettrica. Qui verrà a contatto indirettamente con la Terra di sotto e con chi la governa.
Questo mondo sotterraneo, anche se non pienamente descritto, risulta essere una
sorta di Inferno in cui demoni insaziabili si nutrono di anime, ribollendo tra
i vapori sulfurei delle falde acquifere sotterranee.
Dopo
una premessa che ci mostra uno squarcio paesaggistico dell'Italia, nella terza
parte del libro si entra nel vero e proprio scenario horror. In alcune scelte
questa parte smorza un po' dell'attrattiva che aveva suscitato precedentemente
nel corso della lettura. Forse anche per l'aspettativa di addentrarsi in questa
Terra di sotto, di cui l'autore
definisce solo alcuni sprazzi, soffermandosi più che altro sul misterioso e
macabro rituale del "Mosaico".
L'opera
ingloba sapientemente nel proprio sviluppo elementi di storia, cronaca nera e
letteratura, nonché di arte, tecnologia e medicina. È un insieme di conoscenze
ben inserite qua e là nella vicenda che dimostra una notevole consapevolezza
dell'autore della materia trattata (com'è giusto che sia), seppure in alcuni dialoghi
certi concetti risultino superflui e stonino leggermente con le vicende narrate.
Milicia riesce inoltre a valorizzare la sua zona e i prodotti della stessa,
incuriosendo il lettore verso le località della costa ionica calabrese, ma
anche di Sasso Pisano e dintorni, tanto da spingerti a voler intraprendere un
viaggio solo per visitarli e ripercorrere le tappe della storia. Scenari in cui
il demonio sembra far sentire prepotentemente il proprio pestilenziale respiro
di zolfo per mezzo della natura.
Belle
e colorite le descrizioni e le metafore, che ti fanno calare perfettamente nell'atmosfera
horror (un esempio: il bastone dell'inquietante vecchietto sulla passerella
metallica che risuona come campane a morte).
Unica
piccola pecca di questo libro sono a mio avviso i dialoghi. L'autore infatti, pur
conferendo a ognuno dei personaggi un dialetto tipico del luogo, talvolta li fa
esprimere sullo stesso tono (colto) e in questo modo i dialoghi non danno
giusto spessore ai personaggi, facendoli apparire molto simili tra loro e non delineandoli
quindi nelle loro singole personalità (questo si evince soprattutto
dall'ingegnere rasta, dal prete e dal vecchio col bastone). Per questo motivo i
dialoghi risultano talvolta poco convincenti e forzati, tanto da spezzare la
suspense che poco prima si era venuta a creare; i personaggi dicono più di
quello che dovrebbero, rompendo quel velo di mistero che avvolge la vicenda.
Questi aspetti, seppure possano risultare irrilevanti per i più, a mio parere
smontano in parte la struttura della storia, precedentemente ben costruita,
facendola così apparire un po' prevedibile.
Nel
complesso è comunque un buon libro, che ti lascia incollato alle pagine grazie
a un ritmo incalzante e una narrazione mai eccessivamente prolissa, ma anzi ben
bilanciata.
Ogni
capitolo è accompagnato da immagini realizzate dall'autore e inserite alla fine
di ognuno di essi; intrigante anche la copertina, sempre a cura dell'autore.
Fab Draka
Nessun commento:
Posta un commento