BAKU. L'omofobia ha mietuto un'altra vittima. Questa volta si tratta di Isa Shakhmarli, attivista ventenne e presidente dell'associazione Free LGBT, che si è tolto la vita in modo simbolico, impiccandosi con la bandiera della comunità gay. Isa non poteva più sopportare l'aria pressante dovuta a un paese omofobo come l'Azerbaigian, in cui per gli omosessuali è difficile anche riuscire a trovare un impiego, un paese in cui l'odio e la discriminazione erano arrivati al punto di negare l'esistenza degli stessi (http://www.fanpage.it/i-gay-non-esistono-omosessuali-al-bando-in-azerbaigian).
Isa però non aveva trovato comprensione nemmeno da parte della propria famiglia, che non accettava la sua omosessualità e si ostinava a crederlo "malato" nonostante uno psicologo avesse cercato di convincerli del contrario. Isa ha lasciato un messaggio prima di morire: "Vi lascio. Dio vi benedica. Questo paese e questo mondo non fanno per me. Dite a mia madre che l'ho amata molto. Siete tutti colpevoli per la mia morte. Questo mondo non è abbastanza colorato per i miei colori. Addio."
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