H.D. Lawrence, autore del celeberrimo
romanzo "L'amante di Lady Chatterley", ha una scrittura molto limpida
e asciutta. Grazie a descrizioni paesaggistiche non troppo pompose riesce a delineare
lo scenario in cui si muovono i suoi personaggi e per mezzo dei dialoghi fra
questi ultimi riusciamo a scorgere le varie sfumature che li costituiscono.
In questo romanzo breve (o racconto lungo
che dir si voglia) del 1930 ci descrive le vicende della giovane Yvette, figlia
di un predicatore con una separazione alle spalle. Trasferitasi a Papplewick la
famiglia di Yvette si presenta come un'accozzaglia di persone mal assortite. La
sorella Lucille, ribelle quanto lei, è leggermente più responsabile ma non
vuole ancora prendere marito ed è convinta che bisogna divertirsi prima di
compiere una scelta tanto azzardata. La zia Cissie è un'arpia che odia a morte
Yvette per la sua spontaneità e ingenuità, nonché per la sua indifferenza per i
sentimenti altrui. La Mater, ovvero
la nonna, è un fungo rinsecchito che non fa che brontolare e criticare la
qualunque cosa non circoli nello spazio delle sue conoscenze e convinzioni.
Infine il vicario, padre di Yvette e Lucille, è un uomo vigliacco, abbandonato
dalla moglie, che teme possa essere odiato e abbandonato allo stesso modo dalle
figlie.
L'incontro di Yvette con la comunità di
zingari insidiatasi non molto distante dalla sua contea, stravolgerà le sue
convinzioni sulla moralità e sull'amore, in conflitto fra istinto e costrizioni sociali.
Un bel libro anche se breve, scorre veloce
in dieci capitoli striminziti. A mio parere Lawrence avrebbe potuto svilupparlo
ulteriormente, specialmente verso la fine che diventa forse un po' troppo
frettolosa. Ma Lawrence è Lawrence e non gli si può dir niente.
Autore: David Herbert Lawrence
Anno: 1930
Genere: narrativa, romanzo breve, romanzo
di formazione
Punteggio: 5 stelleFab Draka
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