martedì 3 marzo 2015

Recensione del libro "Sogni di sangue" di Lorenza Ghinelli



Enoch è un ragazzo affetto da artrite idiopatica giovanile. La sua è una vita difficile non solo per la malattia che lo affligge, ma anche per una madre rigida e dei compagni di scuola che lo prendono di mira. Nei suoi sogni Enoch (un personaggio probabilmente ispirato a Forrest Gump per via dei tutori alle gambe e della balbuzie) entra nei panni di un coccodrillo e vendica le angherie subite dai bulli di turno.
Se l'intento di questo libro era essere horror, la Ghinelli non è per nulla riuscita nel suo scopo. Mancano gli aspetti principali del genere: la suspense, i colpi di scena, un'ambientazione ben studiata e un ritmo serrato. Pur essendo un racconto che poteva risultare intrigante, è sviluppato in modo talmente approssimativo e sbrigativo che ti lascia insoddisfatto e deluso. Alla fine ti dà quasi la sensazione di aver letto l'embrione abortito del romanzo.
Un libro con tematiche che meritavano di essere maggiormente approfondite, come anche i suoi personaggi che risultano poco delineati. Un esempio ne è Dorotea, la madre di Enoch, una donna austera con segreti arcani che non si capisce dove abbia appreso e con quali scopi.
Anche i problemi sociali del protagonista a mio avviso potevano avere dei risvolti ulteriori, magari esplorando la vita privata dei suoi antagonisti, di cui viene fatto solo un accenno. I personaggi sono in effetti tutti poco delineati, anche Rebecca, la zingara esperta di egittologia che aiuta nelle indagini e che ha intuizioni piovute dal cielo, senza alcun nesso logico o ulteriore spiegazione.
Anche la storia d'amore fra Gino e Francesca è appena abbozzata.
C'è sicuramente l'uso di belle metafore, ma questo non compensa però i dialoghi banali, la trama scialba (la suspense si taglia col coltello da burro, per dire) e lo stile (sinceramente io non amo molto i libri scritti al presente).
Inoltre la storia del dio Sobek, dalle sembianze metà umane e metà coccodrillo, sembra un espediente buttato là per rendere la trama più ricca, senza però aggiungerle niente di più o darle un sapore diverso. I riferimenti alle onnipresenti blatte - che dovevano condurre la mente alla simbologia egizia - vengono poi inseriti nel contesto senza spiegare realmente a cosa servano.
Il finale è praticamente inesistente ed è questa, a mio avviso, la pecca maggiore. Non vi è un finale aperto a varie interpretazioni, non vi è proprio un finale. Non si capisce a cosa porti tutta la trama e soprattutto non vi è risoluzione al mistero che la avvolge. È lasciato tutto al caso.
Un libro, insomma, che si legge in un paio di ore senza impegno, anche per il numero scarso di pagine che lo compongono.

Autrice: Lorenza Ghinelli
Anno: 2013
Genere: horror
Punteggio: 1 stella

Fab Draka

Nessun commento:

Posta un commento